Effetti del trattato della costituzione europea e della direttiva Bolkestein sul diritto di accesso alla salute in Europa.

 

 

Il summit di Lisbona del 2001 ha fissato l’obiettivo di fare dell’Europa “L’economia più competitiva e dinamica del mondo prima del 2010”. Si tratta, né più né meno dell’inizio di un progetto più vasto di deregolamentazione dell’ economia e di liberalizzazione/privatizzazione dei servizi nel solco già tracciato dagli accordi GATS.

La direttiva Bolkenstein è in questo senso  un passo decisivo.

 

La direttiva prevede:

 

-        la sua  applicazione, dopo essere stata approvata dalla commissione europea a gennaio 2004 e prevede la sua applicazione a partire dal 2005, dopo essere stata  votata dal parlamento e dal consiglio europeo. L’entrata in vigore dovrebbe essere graduale e concludersi con l’applicazione il 31 dicembre del 2008, senza nessun riferimento alle decisioni di Lisbona.

 

Non si può omettere  di dire, che come tutte le direttive che contano sono state adottate in gran segreto, sottraendo tali materie al dibattito pubblico.

 

Perché la direttiva B. è tanto perversa e mostruosa?

 

1-     perché nel processo di liberalizzazione dell’economia va molto oltre gli accordi del GATS. Così se quest’ultima si limita ad esigere che gli stati debbono  trattare allo stesso modo i prestatori di servizio stranieri, rispetto a quelli nazionali, la direttiva B. , con la clausola del “principio del paese di origine”, stabilisce che il controllo viene esercitato dal paese che originariamente  fornisce il servizio. La perversità consiste nel fatto , che nessuno stato originario ha interesse nel controllare l’impresa  che gli porta benefici economici e secondo,  perché non esiste potere di controllo “in situ” nei confronti di  una impresa che lavora all’esterno dello stato fornitore. In sintesi:chi dovrebbe controllare che cosa, senza poterlo fare?

 

2-     perché favorisce l’attività di impresa , comportando

 

-        la diminuzione della fiscalità (e ancora di più favorendo la frode fiscale)

-        abbassando la qualità del servizio prestato. (a scapito dell’ assistenza sanitaria nel nostro caso).

L’articolo 31 dice che gli stati cureranno che i prestatori d’opera certifichino la qualità in FORMA VOLONTARIA. Questo avrà come conseguenza:

 

-        l’aumento delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi

-        la riduzione drastica dei diritti del lavoro e delle garanzie professionali (in ultima istanza dunque ,anche della qualità dei servizi sanitari).

 

      In effetti, secondo il principio della nazione di origine, le imprese multinazionali che si       registrano

in uno stato membro e realizzano le proprie attività in un altro, non sono obbligati a registrarsi in quest’ultimo, ne’ i suoi dipendenti saranno sottoposti alle condizioni di lavoro del paese ospitante. Per i lavoratori dell’impresa non varranno le leggi dell’extra-comunitarietà (art. 25).

 

 

 

Tali imprese potranno altresì sottrarsi  anche alla regola dell’accreditamento sanitario, alle regole sulla formazione professionale e sulle convenzioni che regolano i rapporti di lavoro.

La frode ai danni della sanità pubblica è completa! Tutto si scarica sul minor costo del lavoro.

Ma al contempo le garanzie sanitarie minime si riducono drasticamente.

 

 

 

3)     Il sistema di rimborso delle spese sanitarie (art. 23.2,3,4) garantisce finalmente il rimborso   integrale,  senza autorizzazione preventiva  e pari al costo del paese di propria residenza (con  l’eliminazione delle norme di controllo stabilite negli art. 9,10,11,13).

 

 

4)   Con questa norma qualsiasi persona potrà essere indotta a prestazioni d’opera in un paese , che rispetto al proprio risulta meno caro

Conseguenza: in questo modo il prestatore d’opera farà pressione da una parte sulle casse pubbliche,  e dall’altra sul  paziente, imponendogli un costo superiore a quello del rimborso  pubblico (l’art. 15 impedisce la regolazione del tariffario minimo e massimo).

Una differenza di tariffa, che  non tutti i pazienti potranno permettersi di pagare e che discriminerà l’accesso ai servizi.

 

CONCLUSIONI

 

La direttiva permette di installarsi in un paese membro con un bassa fiscalità e bassi salari e sviluppare l’attività in un altro con maggior livello di vita, innescando in quest’ultimo un processo più o meno rapido di riduzione delle prestazioni  ai cittadini, volgendosi al mercato,aumentando così il costo del singolo cittadino a curarsi.

 

Le conseguenze del mercato del lavoro nel campo sanitario  non saranno meno drammatiche per i lavoratori del comparto, con conseguente congelamento degli aumenti salariali (già vi sono esempi in altri settori liberalizzati, in cui i nuovi assunti percepiscono il 30% meno) e con una prospettiva di disoccupazione crescente.

 

Un esempio paradigmatico: La ADESLAS, cassa mutua sanitaria del gruppo “Aguas di Barcellona”, sposterà la sua sede in Polonia e continuerà a fornire le sue prestazioni in Spagna con condizioni di lavoro polacche, ma con lavoratori asiatici, in modo da poter tenere i lavoratori stessi in regime di semi-schiavitù.

 

 

A cura di :Confederazione Cobas- Pescara

Cobas sanità